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Dalla Dublino di Joyce, fino all'inquietante metropoli postmoderna, la città si propone come vero personaggio letterario. Le strade di Kerouac conducono alla Los Angeles 'androide' di Dick e alla new York 'labirintica' di Auster. L'immenso panottico descritto da Orwell riflette la sua ombra nella Londra violenta di Burgess, multietnica in Rushdie e Kureishi, 'tossicomane' in Welsh, 'apocalittica' in Amis.